Il lavoro temporaneo per uscire dalle crisi – in tempi di pandemia e in futuro

HR Today

In tempi di crisi, le soluzioni lavorative flessibili sono di rilevanza sistemica, come ha del resto chiaramente dimostrato la pandemia di coronavirus. Crisi su scala ridotta si verificano quotidianamente nella nostra economia e tenderanno ad aumentare. Le aziende di lavoro temporaneo sono spesso la soluzione.

Tre esempi illustrano la rilevanza sistemica del settore del lavoro temporaneo. Torniamo per un momento all'inizio della crisi, quando in seno alla popolazione dominavano paura e incertezza, tra attività del tempo libero vietate e negozi chiusi, telelavoro e la costante ansia di essere contagiati. Non stupisce che il quel periodo, con tanta gente a casa, ci sia stato un boom degli acquisti online. In pochi giorni, offerenti digitali, addetti alla logistica e servizi di consegna hanno dovuto anche quadruplicare il numero di dipendenti. Senza le aziende di servizi per il personale, non sarebbe stato possibile: con i quadri e le risorse umane impegnati nella riorganizzazione dei processi interni, sarebbe mancato il tempo per il reclutamento e l'introduzione di nuove collaboratrici e nuovi collaboratori. Senza contare che colli di bottiglia nell'approvvigionamento avrebbero potuto scatenare il panico tra la popolazione. E invece, a distanza di mesi ricordiamo giusto, probabilmente con un sorriso, la corsa alla carta igienica.

Dopo quella che è parsa una prima fase eterna, vaccinazioni e test hanno aperto nuove libertà. Anche in questo caso, non di rado al fronte sono stati lavoratrici e lavoratori temporanei a distinguersi nel gestire un improvviso aumento della domanda di test, rispettivamente di vaccinazioni, accompagnato dal dubbio su quanto sarebbe durato questo periodo di grande richiesta. La macchina delle vaccinazioni ha girato a pieni giri per alcuni mesi e, quando sembrava destinata a spegnersi, è stata riportata ai massimi regimi con la decisione di procedere al booster. Chi in tali situazioni vuole contenere l'onere legato alle risorse umane ma non a scapito della sicurezza sociale del personale punta sul sostegno delle aziende di lavoro temporaneo.

Poi è arrivata la molto più contagiosa variante Omicron, che ha comportato un sensibile aumento degli isolamenti e delle quarantene. Il personale costretto a restare a casa rischiava di provocare danni economici non indifferenti, in particolare nei settori dove la presenza fisica è imprescindibile. Qui è subentrata un'altra competenza chiave delle aziende di lavoro temporaneo: la capacità di mettere a disposizione forza lavoro con poco preavviso e anche per impieghi brevissimi, magati di poche ore o pochi giorni.

La pandemia ha insomma reso tangibile la ricetta del successo del settore del lavoro temporaneo, ricetta che comprende tre ingredienti: la messa a disposizione di personale nello spazio di minuti od ore, non di settimane o mesi, la gestione in qualità di datore di lavoro di tutte le pratiche amministrative concernenti le lavoratrici e i lavoratori temporanei, nel rispetto della legge svizzera e del CCL Prestito di personale dichiarato di obbligatorietà generale, il reclutamento repentino della forza lavoro necessaria. L'interazione tra questi tre fattori ha consentito al nostro settore di fornire all'economia un contributo di rilevanza sistemica.

La ricetta del successo del settore del lavoro temporaneo

La pandemia di coronavirus passerà, la ricetta del successo del settore del lavoro temporaneo invece resterà e acquisirà attrattività, anche se probabilmente il motivo non sarà più così palese. La crisi sanitaria ha per un momento parificato le esigenze dell'economia e della società in molti ambiti, dal commercio online allo svolgimento di test e vaccinazioni, al reclutamento a corto termine di forza lavoro in seguito a isolamenti e quarantene. Tutti in un modo o nell'altro hanno condiviso queste esperienze e hanno potuto quindi toccare con mano la rilevanza sistemica del nostro settore. Con il ritorno alla normalità, la fame di lavoro temporaneo potrebbe aumentare ulteriormente, ma per ragioni più astratte e più difficili da spiegare.

La digitalizzazione, la pressione della concorrenza, nuovi modelli commerciali e una domanda in costante e rapido mutamento sono all'origine delle correnti trasformazioni in ambito economico. Crisi su scala ridotta si verificano ovunque e regolarmente, benché lontano dai riflettori della stampa e dell'opinione pubblica. Viste dall'esterno, queste crisi possono essere sia positive sia negative. C'è per esempio il panettiere che deve estendere rapidamente la sua attività per acquisire e mantenere nuovi clienti, e si avvale all'inizio di lavoratrici e lavoratori temporanei che un domani potranno poi essere assunti con un contratto fisso, ma anche l'azienda industriale con una tecnologia presto obsoleta chiamata a riorientarsi rapidamente verso una nuova gamma di prodotti per evitare il fallimento. In questi casi, si assiste di solito allo smantellamento di posti di lavoro e al contempo al reclutamento di nuovi profili professionali per la creazione di un più moderno segmento di mercato. Le aziende di servizi per il personale accompagnano la riqualificazione delle collaboratrici e dei collaboratori esistenti, e con soluzioni flessibili agevolano il processo di trasformazione.

Parallelamente, crescita, benessere e nuove opportunità tecniche sono alla base di nuove esigenze in termini di flessibilità da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, e la crescente carenza di forza lavoro li induce a puntare sul lavoro temporaneo, fosse solo per il fatto che in tempi di rivolgimenti gli impieghi fissi sono sempre più incerti e possono rivelarsi una trappola. Ciò accelera un'evoluzione in corso da tempo. Dal 1993, anno a cui risalgono le prime statistiche inerenti al prestito di personale, la domanda è quadruplicata, e la quota rispetto a tutto il lavoro prestato in Svizzera è passata dallo 0,5% al 2,2%. Non è escluso un altro raddoppio nei prossimi decenni. Per la Svizzera, un paese privo di risorse naturali, il mercato del lavoro liberale, l'istruzione di qualità e non da ultimo la flessibilità sono le tre colonne portanti della competitività.

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