Onboarding, un concetto spesso sottovalutato

Qual è la Sua formula di successo per collaboratori fedeli e soddisfatti?

Ritengo che sia importante celebrare i successi e coltivare una sana cultura dell'errore. È necessario rafforzare la fiducia reciproca e sviluppare il senso di responsabilità. Al contempo si dovrebbe essere sempre reperibili e ben disposti a prestare ascolto. È una grande soddisfazione poter individuare risorse umane con potenziale di sviluppo e fare in modo che possano essere acquisite le competenze necessarie. Un'altra interessante linea: bisognerebbe vivere attivamente la cultura del cambiamento. E infine vorrei sottolineare l'importanza delle possibilità di crescita in seno all'azienda mediante offerte di sviluppo sia orizzontali che verticali.

Oggi si parla diffusamente di onboarding, ossia del coinvolgimento dei nuovi collaboratori nell'azienda. Secondo Lei quanto è importante l'onboarding?

L'integrazione di nuovi collaboratori rappresenta a mio avviso una componente fondamentale del processo di reclutamento. Mi spingerei addirittura oltre: si dovrebbe investire maggiormente nell'integrazione dei collaboratori nel nuovo ambiente di lavoro piuttosto che nella ricerca della persona adatta.

I Suoi consigli per un onboarding di successo ...

Si tratta di una fase decisiva che deve essere pianificata in ogni dettaglio. Qualche esempio? Attraverso la combinazione di corsi di formazione online e in aula ma anche attraverso il dialogo costante con i superiori o i colleghi. Il mio consiglio è quello di definire obiettivi chiari e raggiungibili per la fase di onboarding. È importante comunicare le aspettative in modo trasparente e fare ripetutamente il punto della situazione per tutta la durata dell'onboarding. Una comunicazione efficace e il coinvolgimento dei team interessati, a monte del processo di reclutamento, rappresentano un altro fattore fondamentale. L'idea è che il nuovo collaboratore sia in grado di assimilare rapidamente la cultura aziendale e di comprenderne il funzionamento. In questa fase sono le relazioni interpersonali a fare la differenza!

In che modo Manpower si impegna a favore dei giovani?

L'età media dei nostri consulenti è 30 anni. Tramite la nostra Manpower Academy offriamo ogni anno circa mille giorni di corsi di aggiornamento in forma di lezione presenziale. La formazione delle nuove leve è parte integrante del nostro piano di sviluppo. Inoltre, ai giovani che hanno concluso la loro formazione, offriamo periodi di tirocinio di diversa durata.

Nella competizione per attirare i migliori talenti le aziende devono fare appello alla creatività. Qual è il Suo consiglio?

Non mi stanco di sottolineare tre aspetti. Imparate innanzitutto a conoscere i vostri collaboratori. In secondo luogo: individuate chi possiede le competenze adatte per assolvere altri compiti. Ed in terzo luogo: fate tutto il possibile affinché i collaboratori siano in grado di vincere la loro nuova sfida. Al contempo, garantire l'attività lavorativa remunerata nel lungo termine costituisce una delle priorità permanenti. Ci dirigiamo verso un mondo del lavoro sempre più complesso che richiede competenze sempre maggiori. Uno degli strumenti migliori consiste nel formare le risorse umane disponibili. La scarsità di collaboratori competenti rappresenterà una delle più grandi sfide dei prossimi anni. Auspico che, attraverso l'anticipazione delle tendenze, siano disponibili i profili professionali adeguati di cui le aziende hanno bisogno. La formazione dei collaboratori è un fattore importante anche sotto questo aspetto. Emerge pertanto la necessità di adeguare e rinnovare, ove possibile, i modelli di lavoro, in modo da poter rispondere efficacemente alle necessità delle nuove generazioni.