Le grandi tendenze sul mercato del lavoro: outsourcing e digitalizzazione

HR Today

Nessuno sopporta più di sentire parlare di questi concetti, eppure sono due grandi tendenze con un tale influsso sulle nostre vite da meritare di essere capite meglio. È grazie a loro se il lavoro è diventato così flessibile e regolato per quanto riguarda la protezione sociale.

Dall'inizio degli anni Duemila, il numero di lavoratori temporanei in Svizzera è più che raddoppiato. Si tratta di un'evoluzione dovuta alle esigenze di flessibilità sia delle aziende sia di chi lavora. A questa crescita hanno però contribuito anche le grandi tendenze dell'outsourcing e della digitalizzazione, che caratterizzano il ramo e hanno ancora molto potenziale.

Una flessibilità sicura grazie al payrolling

Nel quadro del payrolling, i fornitori di servizi per il personale si occupano per esempio della contabilità salariale e della gestione delle RU per parti dell'organico. Dal punto di vista giuridico, i lavoratori sono temporanei, ma di fatto sono dipendenti fissi dell'azienda acquisitrice. Solo il 13% delle aziende si avvale del lavoro temporaneo a questo scopo. Calcolato sul numero di ore e di occupati, però, il volume è già elevato perché sono soprattutto le aziende di grandi dimensioni ad avvalersi di questo servizio. Il fatto che l'82% dei membri di swissstaffing offra il sistema payrolling ne dimostra l'attrattività e il potenziale (cfr. swissstaffing, 2018).
Un'azienda svizzera specializzata in payrolling è la sallis del Gruppo axxeva.

Oggi, le persone vogliono poter decidere per chi lavorare e a quali condizioni. Ciò vale in particolare per i lavoratori indipendenti e gli appaltatori. «Con il modello del payrolling, hanno la certezza di ottenere il tipo di lavoro desiderato in modo conforme alla legge», spiega Gregor Iten, Direttore della sallis. I clienti ci guadagnano perché si riduce il loro onere amministrativo nelle risorse umane e perché possono assumere senza difficoltà. Si evitano così collaborazioni con finti professionisti indipendenti e si possono ingaggiare collaboratori altamente flessibili a un costo conveniente e con termini di disdetta molto brevi. In futuro, la sallis intende svilupparsi ancora di più in direzione di una piattaforma. Tutto il processo di payrolling potrà essere regolato digitalmente attraverso il sito e la flessibilizzazione delle nuove forme di lavoro sarà quindi ottimizzata. Già oggi, l'azienda offre il servizio «sallis Cloud», che consente ai clienti di registrare collaboratori online, gestire contratti, generare rapporti sull'orario di lavoro e persino ordinare gratuitamente certificati di lavoro. «I lavoratori comunque continuano a tenere molto alla protezione sociale», afferma Iten. «La novità oggi è che non possiamo prescindere da una gestione digitalizzata delle forme di lavoro flessibile. Ed è qui che entrano in gioco i servizi della sallis.»

Un mondo del lavoro su richiesta

Da qualche anno, la digitalizzazione sta catalizzando la funzione di integrazione del ramo, poiché la tecnologia riduce drasticamente i costi e il lavoro temporaneo viene usato anche per mandati minimi rispettando gli obblighi legati alle assicurazioni sociali. Sono buoni esempi piattaforme quali Coople, Adia e smartstaff, dove datori di lavoro e lavoratori si trovano online o attraverso un'applicazione per concordare le modalità di impiego. Sono coperti lo stipendio e tutte le assicurazioni sociali: indennità giornaliere in caso di infortunio o malattia e contributi del CCL con finanziamento della formazione continua. Lo stipendio viene versato sul conto del lavoratore già poco dopo l'impiego. L'attività pionieristica della svizzera Coople (già Staff Finder) è cominciata nel 2011. Viktor Calabro, fondatore ed Executive Chairman dell'azienda, è convinto che la mobilità e la digitalizzazione porteranno a forme di lavoro molto più flessibili negli anni a venire. «I collaboratori desiderano un lavoro più flessibile a livello di luogo e di orari», sostiene. A tale scopo, la Coople offre un'ottima soluzione. Soprattutto in aree specializzate (come l'informatica, lo sviluppo di software e l'ingegneria) e in alcuni settori tradizionali (gastronomia, alberghi), si assisterà a un incremento dei rapporti di lavoro flessibili e a tempo determinato. Viktor Calabro va oltre: «Dobbiamo tracciare un ritratto più realistico della crescente popolazione attiva flessibile. La manodopera temporanea continuerà a contare molto nella gig economy, l'economia dei lavoretti che entro il 2025 si svilupperà in un ramo economico da 2,7 miliardi di dollari».

La legislazione è in ritardo

Quando le esigenze di modelli di lavoro flessibili crescono, devono adeguarsi anche le basi legali, segnatamente per quanto riguarda la firma digitale. La legge impone la forma scritta per i rapporti di lavoro temporanei. Si tratta di una regola pensata per proteggere al meglio i lavoratori impiegati con modalità flessibili. Questo considerevole onere amministrativo è inviso in particolare ai lavoratori flessibili, che desiderano trovare lavoretti senza lunghe attese e complicazioni burocratiche. Molte persone conoscono già il sistema della firma digitale, che si usa per esempio nelle consegne dei pacchi postali. Quando i lavoratori e le aziende si incontrano su una piattaforma digitale o su un'applicazione, procedere con una firma digitale è vantaggioso per le due parti. Evidentemente, nell'era digitale bisogna trovare soluzioni alternative per garantire la sicurezza reciproca. Grazie alle opzioni di localizzazione, una firma digitale potrebbe addirittura essere più sicura di un contratto cartaceo. Urge quindi reinterpretare la forma scritta per trovare una soluzione che garantisca la sicurezza per tutte le parti e al contempo non freni le dinamiche degli affari digitali.

Una soluzione per la protezione sociale

Le organizzazioni di difesa dei lavoratori temono che il successo del lavoro flessibile porti alla creazione di un nuovo ceto povero. In verità è il contrario. La combinazione di piattaforme di impiego e lavoro temporaneo possono contribuire a estrarre dall'economia sommersa i rapporti di lavoro informali e a garantire la sicurezza sociale. Si tratta di un'opportunità confermata da un documento pubblicato dalla Fondazione CH2048 (2018) in materia di partenariato sociale. Le piattaforme di impiego costituiscono inoltre nuove possibilità a bassa soglia di rientrare nel mondo economico e sociale. Benché il settore del lavoro temporaneo abbia alle spalle più di mezzo secolo di storia, vediamo quindi che le sue potenzialità sono ancora lungi dall'esaurirsi. Il lavoro interinale non è dunque una sfida, bensì una soluzione per le questioni sociali di oggi e domani.


Autori: Julia Bryner, Dr. Marius Osterfeld, swissstaffing

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