Strategie per il mondo del lavoro 2030: il futuro bisogna plasmarlo non gestirlo

Il mondo del lavoro si evolve a ritmi vertiginosi. Digitalizzazione, sviluppo demografico e nuovi valori scolpiscono il futuro. Per avere successo nel 2030 occorrono strategie ben studiate; ecco le mie sette tesi in merito:

1. Non smettere mai di imparare diventerà ancora più importante

La capacità di acquisire costantemente nuove conoscenze diventerà una competenza fondamentale. l'IA ne è un esempio. Le piattaforme di apprendimento digitale devono diventare uno standard, i collaboratori devono essere in grado di adeguarsi con flessibilità ai nuovi compiti. A tal scopo hanno bisogno di percorsi di sviluppo individuali.

2. Modelli di lavoro ibridi e flessibilità come vantaggio competitivo

Il futuro del lavoro è svincolato da luogo e tempo. I modelli ibridi che combinano il lavoro on site e da remoto consentono una maggiore autodeterminazione e un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. Affinché questi modelli possano essere implementati con successo, occorrono regole chiare, fiducia, infrastrutture digitali e una cultura aziendale basata sui risultati anziché sul controllo. Ciò è diventato evidente negli ultimi anni. Un ritorno a «Prima del coronavirus» è impensabile.

3. L'uomo e la macchina: un team grandioso con ruoli ben definiti

Tecnologie come l'intelligenza artificiale e l'automazione cambiano radicalmente i processi operativi. Non si tratta solo di incrementare l'efficienza bensì di sviluppare nuove forme di collaborazione tra uomini e macchine. Il mondo del lavoro nel 2030 sarà caratterizzato da una suddivisione intelligente dei compiti, con le macchine che si occuperanno dei lavori di routine e di supporto, e le persone che si concentreranno su compiti creativi, sociali e strategici.

4. La gestione strategica della forza lavoro diventa essenziale

Le tecnologie moderne consentono una pianificazione accurata che include la gestione della forza lavoro basata sui dati. I team vengono costituiti in modo flessibile, i ruoli sono dinamici e ai collaboratori vengono assegnati compiti correlati ai progetti in base alle loro competenze e alla loro disponibilità. Il workforce management, ossia la gestione della forza lavoro, non viene più inteso dunque come un semplice compito operativo, bensì quale parte della fidelizzazione strategica dei collaboratori. Sempre più spesso l'organico tradizionale viene integrato da talenti esterni. Le nuove strategie di workforce prevedono l'integrazione di freelance, lavoratori su piattaforma e dipendenti a progetto nei processi e nei sistemi, in conformità alle norme di legge e ai requisiti di compliance interna dell'azienda. Allo stesso tempo, sempre più persone aspirano a un lavoro significativo che vada oltre il successo economico. Le organizzazioni devono pertanto integrare l'orientamento ai valori e la responsabilità sociale nei loro modelli di business.

5. Il ruolo dei prestatori di personale cambierà

Il ruolo dei prestatori di personale diventa sempre più quello di un partner strategico. L'attenzione è focalizzata sui servizi olistici, sulla pianificazione del personale a lungo termine, sullo sviluppo dei ruoli e sullo sviluppo organizzativo. Il reclutamento, l'onboarding e lo sviluppo dei collaboratori vengono resi più efficienti grazie all'IA e all'automazione. Ciò consente una selezione dei candidati più accurata e processi più rapidi affinché rimanga più tempo per la consulenza strategica. In tal modo, le aziende possono essere aiutate ancora più efficacemente ad adattarsi con rapidità ai cambiamenti del mercato, ad esempio attraverso l'acquisizione di talenti a breve termine o modelli di lavoro flessibili. Il collocamento dei candidati sarà sempre più orientato verso modelli di lavoro flessibili: a distanza, ibridi o a progetto, in grado di rispondere alla realtà della loro vita. L'interazione con i prestatori di personale avverrà principalmente attraverso piattaforme digitali che consentono trasparenza, autocontrollo e una comunicazione tempestiva. Tuttavia il contatto personale rimane essenziale e assumerà ancora più importanza, guadagnando in termini di qualità.

6. Resilienza e salute mentale

La crescente complessità e la velocità con cui si muove il mondo del lavoro richiedono nuovi approcci per gestire la pressione e lo stress. Incoraggiare la resilienza, la salute mentale e una comunicazione aperta diventano elementi centrali in una cultura del lavoro sostenibile.

7. Ripensare la leadership

La leadership nel mondo del lavoro del 2030 sarà ancora meno gerarchica e più collaborativa rispetto ad oggi. I dirigenti assumono il ruolo di coach e di creatori di cultura aziendale. Promuovono l'autorganizzazione, creano fiducia e consentono lo sviluppo individuale. Una moderna cultura di leadership è basata sull'intelligenza emotiva, sulla diversità, sulla capacità di fornire feedback e sul coraggio di indirizzare e di concentrarsi sui risultati, anche in tempi incerti.

Conclusione

Il mondo del lavoro nel 2030 non sarà solo più digitale, ma anche più umano. Coloro che oggi investono nella formazione, nella cultura, nella tecnologia e nella leadership, gettano le fondamenta per un mondo del lavoro a prova di futuro, resiliente e orientato allo scopo. Non si tratta semplicemente di controllare il cambiamento, ma di plasmarlo attivamente.

 

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