«No alla radicale iniziativa contro gli Accordi bilaterali»

Politica

Il 27 settembre 2020 siamo chiamati a votare sull'iniziativa per la limitazione (iniziativa contro gli Accordi bilaterali). In realtà, questa iniziativa persegue due obiettivi deleteri per la Svizzera: primo gli iniziatori vorrebbero porre fine il più rapidamente possibile alla libera circolazione delle persone con l'Unione europea (UE), secondo, è auspicata l'introduzione nella Costituzione federale di un articolo, secondo il quale in futuro la Svizzera non potrebbe più concludere un trattato con margini di libertà analoghi con nessun altro Paese.

Libera circolazione delle persone e Accordi bilaterali

L'accordo con l'UE sulla libera circolazione delle persone (ALC) consente ai cittadini svizzeri di vivere, lavorare e studiare nell'UE a determinate condizioni. In contropartita, lo stesso vale per i cittadini dell'UE nei confronti della Svizzera. L'ALC fa parte degli Accordi bilaterali I, un pacchetto contrattuale negoziato con l'UE che comprende sette singoli accordi economici su commercio, trasporti, agricoltura e ricerca.
Gli Accordi bilaterali I sono oggi il fulcro delle relazioni tra la Svizzera e l'UE. Essi aprono all'economia svizzera le porte al mercato europeo. Queste soluzioni su misura non possono essere così semplicemente sostituite da nuove trattative contrattuali. Pertanto gli Accordi bilaterali non devono essere messi a repentaglio.

Conseguenze devastanti

Se un accordo venisse denunciato dalla Svizzera o dall'UE, cadrebbero automaticamente anche tutti gli altri sei. Il pacchetto di accordi negoziati nel 1999 comprende la cosiddetta «clausola ghigliottina», in virtù della quale i sette accordi non possono essere rescissi individualmente. Dicendo SÌ all'iniziativa per la limitazione la Svizzera si muoverebbe in un contesto di isolamento all'interno dell'Europa nel contesto non solo europeo, bensì internazionale.

La proposta mette in pericolo il benessere generale della Svizzera, crea incertezza sul piano giuridico e della pianificazione per le imprese ed è ostile nei confronti dei collaboratori. Indebolisce, inoltre, la competitività e l'attrattiva della Svizzera quale piazza economica e di ricerca. La Svizzera non può permettersi un esperimento così rischioso, soprattutto nell'attuale situazione economica di tensione a livello globale, innescata dalla pandemia del coronavirus.

Pertanto swissstaffing dice NO all'iniziativa per la limitazione - e dunque sì alla stabilità e alla prosperità del nostro Paese

Allo stesso modo, il governo a tutti i livelli – il Consiglio federale, il Parlamento e i Cantoni – respinge con veemenza questa proposta. Inoltre tutti i partiti politici da sinistra a destra sono contrari - tranne l'UDC. Anche economiesuisse, le associazioni di categoria, le associazioni dei datori di lavoro e i sindacati sul versante dei lavoratori, le associazioni turistiche e swissstaffing si schierano con la stessa determinazione contro questa proposta di legge.


Per ulteriori informazioni ed argomenti consultare il sito web NO all'iniziativa contro gli Accordi bilaterali:
https://no-iniziativacontroibilaterali.ch/argomenti/

  • NO ad un attacco frontale alla via bilaterale
  • NO ad un'iniziativa senza un piano B - non c'è alcuna alternativa in vista
  • NO ad una destabilizzazione irresponsabile in tempi di crisi
  • NO ad una politica europea isolazionista
  • NO ad una politica che danneggia la ricerca e la formazione

Video esplicativo del Consiglio federale su YouTube: https://www.admin.ch/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/votazioni/20200927.html

Altre considerazioni di Myra Fischer-Rosinger sull'argomento dell'immigrazione in HR Today.

Potrebbe interessarti anche...